ln tempi di globalismo, di un mondo che sembra sempre più piccolo e a portata di mano, nasce un desiderio opposto e speculare. La voglia di localismo, di ancorarsi alla propria storia, alla propria cultura, alle proprie radici. E’ la voglia di non rinunciare ad essere quello che si è in nome di un’idea di società tutta uguale e tutta standardizzata. Siamo in presenza di una spinta, molto forte in Italia, a riscoprire e a vivere il “Borgo” come comunità di civile convivenza e di buona qualità della vita. Il “Borgo” italiano è una realtà e non un’idea astratta e molte persone all’estero ce lo invidiano. E’ lì che si realizzano rapporti fatti di vicinato, di solidarietà, di reciprocità. E Cadimare certamente rappresenta appieno questa identità forte, questo ancoraggio alla propria storia a cui non vuole rinunciare, questa cultura e pratica del Borgo italiano. E non è un valore da poco. Ci sono in Italia tante realtà “Borghigiane” da cui prendere ispirazione. Dalla Toscana, all’Umbria, alle Marche. Comunità locali ricche di storia e di buon vivere” che non si sono chiuse in sestesse, arroccate o diffidenti verso ciò che è nuovo e diverso.In questo senso non si può fermare un aspetto positivo del globalismo che è rappresentato dall’incontro tra persone diverse e dalla comunicazione. E’ proprio la comunicazione infatti a facilitare società e comunità aperte, scambio e cono scenza. Ecco, in questi tempi di cambiamento sta cambiando anche Cadimare. Il segno di questo cambiamento è nelle nostre mani. Dipenderà da noi se riusciremo e io credo che certamente ci riusciremo, a conciliare l’orgoglio della nostra identità con l’apertura al nuovo, con le contaminazioni con gen ti e identità diverse, nel rispetto reciproco. Così Cadimare, ne sono certo, diventerà un altro bellissimo esempio di civiltà del Borgo italiano.
Giuseppe Cogliolo